
Whiskey di quinoa, la nuova moda dei liquori artigianali
È solo una questione di definizione: secondo l’Alcohol and Tobaco Tax and Trade Bureau (TTB), l’ente americano preposto, la definizione di «cereali» comprende solo i soliti noti. Eppure un cambio di definizione potrebbe portare a considerare «cereali» adatti alla fermentazione per la produzione di whiskey anche diversi pseudocereali sempre più diffusi sul mercato internazionale. Il processo di revisione è cominciato lo scorso Novembre e potrebbe cambiare profondamente cosa viene considerato come «cereale» per i disciplinari di produzione delle distillerie.
Whiskey di quinoa, il trend per i prossimi anni?
Una definizione più ambia potrebbe dare definitivamente alle distillerie il via libera per sperimentare nuove varietà di distillati mantenendo un nome conosciuto senza incorrere in sanzioni. Il percorso con gli pseudocereali fino ad ora è stato abbastanza accidentato negli Stati Uniti dove il nome di prodotti contenenti quinoa è variato da «rum» a «distillato neutrale». Da dicembre 2018 tuttavia la proposta di revisione del TTB ha incluso anche la quinoa tra i prodotti distillabili sotto il nome di «whiskey» e quindi, per il momento e fino alla decisione definitiva, saranno commercializzabili sotto questo nome.



